Solari: filtri fisici o chimici?La rubrica del Naturale su I viaggi di Ciopilla <3

Care amiche,

eccoci tornate dopo un lungo periodo di assenza con un argomento rovente e sempre attuale:

Solari, filtri fisici o chimici?

Tra le principali case produttrici e le relative clienti vi è sempre un confronto vivo e sentito perché il sole non perdona: è meglio un solare con un filtro chimico o un solare con un filtro fisico?

E’ meglio un solare scarsamente spalmabile che evidenzi le parti del corpo non adeguatamente ricoperte di protezione o un solare privo della cosiddetta ”scia bianca”?

Come ben sapete è prassi, almeno per quel che mi riguarda, esprimere un opinione che ha carattere personale e non è da intendersi come giudizio assoluto.

La soluzione migliore, in accezione generale,  non esiste ma riguarda sempre la propria persona che, in quanto tale, gode della sua individualità in merito a tutte le sue caratteristiche psico-fisiche.

Parlo di psico-fisico perché, oramai, dietro l’utilizzo di qualsiasi prodotto c’è spesso un ragionamento che abbraccia l’ecodermocompatibilità che ci fa’ essere, sempre e comunque, critici ed a tratti ipercritici sull’uso di un prodotto e sull’impatto sortito su sé stessi e sull’ambiente.

Quali differenze vi sono tra un filtro fisico ed un filtro chimico?

Come si può desumere dal termine stesso, il primo è una barriera che si pone tra il sole è la vostra pelle.

Si tratta di particellato sottile, all’ordine delle nano e micro particelle, di origine minerale che riflette la luce nel momento in cui i raggi UV vi colpiscono . Si tratta di polveri minerali estremamente sottili delle quali, per quanto riguarda le polveri nano, non si hanno ricerche e dati scientifici che dimostrino il fatto che esse siano inerti anche qualora penetrino nel derma, lo strato profondo che si trova sotto l’epidermide(che si compone di 3 strati).

Il filtro chimico è generalmente una sostanza di sintesi con una struttura chimica che si comporta da accettore o donatore di elettroni (anello aromatico), assorbendo selettivamente i raggi UV a corta lunghezza d’onda e convertendoli in radiazioni a lunghezza d’onda maggiore e meno energetiche. L’energia assorbita da parte del filtro corrisponde all’energia richiesta per causarne l’eccitazione fotochimica ad uno stato di energia più alto rispetto a quello nel quale si trova .

Il  ritorno allo stato energetico iniziale, emette radiazioni di una lunghezza d’onda maggiore, che non sono dannose per la cute.

Quali sono i principali filtri fisici e chimici?

Tra i principali filtri fisici ritroviamo il biossido di Titanio, L’ossido di zinco , biossido di silicio, caolino ed ossidi di ferro/magnesio.

i filtri chimici previsti dalla nostra farmacopea sono derivati  del PABA, cinnamati, antranilati, benzofenoni, salicilati, dibenzoilmetani, antranilati, derivati della canfora e fenil-benzimidazolsulfonati.

Perché ci troviamo davanti ad una v era e propria demonizzazione dei filtri chimici?

I suddetti filtri fisici, spesso associati ad altri filtri organici, esplicano la loro azione di filtraggio in maniera sinergica. Non sono tossici di per loro per ambiente cute ed essendo i minerali dei solidi inerti, si presentano estremamente fotostabili ed incapaci di reagire laddove entrino in contatto con altre sostanze. Nei solari del passato venivano spesso utilizzati PABA, acido para-ammino-benzoico, e retinolo e retinyl palmitate, facenti parte della classe della Vitamina A, estremamente fotoinstabili.

Il loro impiego fu bandito, nonostante siano attivatori del turn over cellulare o processo di rigenerazione cutanea, poiché capaci di indurre reazione fotoallergizzanti. Il paradosso risiedeva proprio nel fatto che questi filtri chimici fossero fotoinstabili e che la radiazione solare attivasse le molecole e catalizzasse delle reazioni chimiche i cui prodotti potevano essere anche radicali liberi ovvero molecole altamente reattive.

Cosa non sappiamo dei filtri fisici?

Molte recenti ricerche hanno messo in evidenza che I filtri chimici e fisici inclusi nelle formulazioni di schermi solari come il benzofenone, la canfora 4-metilbenzilidene, il biossido di titanio e l’ossido di zinco sono stati ritrovati nelle acque litoranee, a concentrazioni variabili nel corso della giornata, e più concentrati nel microstrato superficiale.

L’introduzione nell’ambiente marino di nuovi composti chimici suggerisce possibili effetti rilevanti sul fitoplankton. In effetti, gli autori di una ricerca pubblicata su Plos One hanno scoperto gli effetti negativi degli schermi solari sulla crescita di una diatomea molto comune nelle acque marine, la Chaetoceros gracilis. Con lo scioglimento dei filtri solari nelle acque marine si ha il rilascio di nutrienti inorganici (composti di azoto, fosforo e silicio) che possono stimolare la crescita di alghe in quanto i prodotti solari liberano discrete quantità di fosfati.

I ricercatori ne hanno stimato un incremento del 100% rispetto ai valori basali nelle acque costiere, durante le fasi di basso ricambio, nei pressi di una spiaggia popolata di Majorca. Occorrerà quindi considerare il possibile impatto ecologico di queste sostanze che prima non venivano dosate nelle acque di balneazione ma il cui uso si è sempre più diffuso, negli ultimi decenni, grazie alla sempre maggior consapevolezza dei rischi associati all’esposizione ala radiazione solare.

Fonte: http://www.galenotech.org/filtrisolari.htm

Quali solari preferisce S’Alchemissa?

Vi consiglio sempre di considerare, anzitutto, le caratteristiche della vostra pelle ( a quale fototipo appartenete), le caratteristiche ambientali in sensu stricto ovvero la morfologia della costa (calcari e marne che riflettono la luce, spiaggia di quarzo bianco estremamente riflettente, spiaggia gialla e poco riflettente) e  considerare se la vostra meta sia una cala o mare aperto per evitare inutili bio-accumuli nell’ecosistema.

Vi invito sempre a fare dei ragionamenti non faziosi e mai prevenuti perché, ad ora, la formulazione perfetta non esiste. Per qualcuno è necessario vestirsi di cotone e limitare l’uso delle creme solari nelle aree scoperte specie su bambini e neonati. Per altri è importante che non  contengano sostanze sensoriali e profumazioni chimiche e, per tanti altri, che rispetti parimenti uomo e ambiente.

La diversità è sempre fonte di ricchezza!

Un abbraccio,

Sara e Sabrina

Cellulite:STOP!

La rubrica naturale: rimedi anticellulite

Molliamo un attimo la cucina e immergiamoci nella lettura settimanale scritta da Sara dell’eco bio shop S’alchemissa, che oggi parla di cellulite e i rimedi per toglierla. Pronte per la prova costume? O mamma io mica tanto !
Care amiche,
eccoci tornate a parlarvi di un argomento scottante come la stagione che, dovrebbe, a breve aprirsi. Estate, bikini, spiaggia, sole e tanta costernazione in ricordo di pandori e panettoni che ci hanno teneramente avvolto, avvinghiandosi, alle nostre sinuose curve!Parole che, per noi donne, rievocano uno spauracchio sempre latente: CELLULITE!
Per tutte coloro che intendono affrontare la famosa “prova costume” senza pensare ad una comoda muta come palliativo alle succose mangiate invernali, ecco qualche consiglio low cost per rimettersi in forma senza stressarsi perché si, la ricerca del benessere fisico e psicofisico crea sempre malcontento.
Inutile ricordarvi che la dieta svolge un ruolo fondamentale e che, qualora cerchiate la bacchetta magica e il rimedio dei rimedi, farete bene a tenerlo sempre in considerazione:
  • poco sale, tanto verde e frutta con moderazione, cibi ipocalorici, movimento e tanta acqua!
Se dovessimo, però, pensare ad un cosmetico funzionale ricco in attivi quale sarebbe il connubio perfetto?
Come di consueto, ecco qualche domanda e relativa risposta in un dialogo sempre aperto che ha carattere di consiglio e non di parere medico!
Come realizzare uno scrub corpo che possa stimolare la micro circolazione ed aiutare l’eliminazione dei liquidi?
La caffeina, come stimolante, si presta bene ad una moltitudine di usi anche in campo cosmetico. Realizzare uno scrub, come dicevamo tempo addietro, è cosa possibile con qualche fondo di caffè, un olio base ed estratti vegetali/oli essenziali. L’olio base potrebbe essere quello di oliva o, semplicemente, quello di mandorle. Gli olii essenziali utilizzabili per arricchire il vostro scrub potrebbero essere quello di limone, menta, arancio amaro e anche salvia.
Un estratto prezioso, invece, è quello di fucus da evitare in caso di patologie tiroidee.
Come potremmo realizzare un fango anti-cellulite?
I costi dell’argilla sono molti bassi, indi per cui potreste acquistare un kg di argilla e realizzare una grossa quantità di cataplasmi. In prima istanza occorre che l’argilla non sia quella ventilata bensì macinata grossa in quanto, altrimenti, sarebbe davvero difficile riuscire a fare sì che il fango aderisca bene alla pelle. In genere si consiglia l’impiego dell’argilla verde rispetto al caolino o illiti in quanto l’azione volta a contrastare l’inestetismo è molto più forte. Per chi soffre di pelle secca, potrebbe rappresentare un problema la cui risoluzione è possibile stendendo, prima del trattamento, un filo di olio base che aiuterà la vostra pelle a non arrossarsi. Sono sempre ben graditi gli apporti di olii essenziali e, magari, l’utilizzo del thè al posto dell’acqua per ottenere la pasta, sempre per sfruttare la funzione stimolante di un principio, la teina, similare alla caffeina. Il cataplasma dovrà essere steso in maniera omogenea e ricoperto da pellicola trasparente nel periodo di posa (potrete usare anche delle bende).
I fanghi più efficaci sono quelli ad azione calda o a freddo?
L’argilla, vista la sua struttura cristallochimica, mal sopporta il riscaldamento alle alte temperature in quanto la sue proprietà ne verrebbero lentamente inficiate. Qualora voleste scaldare la pasta, mantenetevi intorno ai 30- 40 gradi in modo tale da poter godere dell’apporto dei Sali minerali che sarebbe in questo caso ottimale in quanto, gli scambi di Sali, sono attivati da un optimum di temperatura che potreste, quindi, garantire. Dopo l’applicazione è bene risciacquare con una bella doccia calda che favorirà l’ulteriore perdita di liquidi.
Quali tisane potrebbero aiutare il drenaggio?
Una tisana drenante potrebbe essere formulata con bardana e rooibos, aloe, carciofo, anice stellato, finocchio e liquirizia.
La Bardana esplica la sua azione depurativa aiutando l’organismo ad eliminare le scorie, stimolando la diuresi e aiutando nel mantenimento di un buon equilibrio che consentono di agire come diuretico, stimolando la mobilitazione dei grassi;
L’aloe è caratterizzato da un alto contenuto in eteropolisaccaridi che andrebbero a diminuire il senso di fame e a proteggere lo stomaco;
Carciofo per una corretta digestione ;
Anice stellato e finocchio, dal sapore piacevole, esplicano un’azione eupeptica ovvero digestiva ed epatoprotettiva.
Liquirizia per il contenuto in saponine le quali promuovono l’attività gastro protettrice e l’ attività eupeptica.
Cosa ne pensa S’Alchemissa?
Il bel tempo riattiva il metabolismo e mette il buon umore: una dieta colorata, una camminata, acqua e qualche cataplasma potranno sicuramente giovare al nostro corpo. L’utilizzo sinergico dei fanghi e di un olio anticellulite arricchito da qualche olio essenziale potranno dare risultati con tanto impegno e costanza.

Piante cosmetiche: impieghi e proprietà

Le piante cosmetiche e i loro impieghi nel quotidiano
Sin dai tempi di Ovidio, noto poeta latino, le donne erano dedite alla cosmetica la quale verteva e si fondava sull’utilizzo di elementi semplice e naturali. L’odierno ritorno alle cure del passato ci riporta al concetto di cosmesi di “arte e scienza” mediante la quale si tenta di conservare e proteggere la salute interna del nostro corpo e preservare l’apparenza esterna. Ecco perché è necessario prestare attenzione sia a ciò che poniamo con assiduità e quotidianamente sulla nostra pelle, sia a ciò ce ingeriamo per via diretta e accumuliamo indirettamente entrando a contatto con i principali inquinanti delle matrici ambientali (acqua, aria, suolo).
Il regno vegetale fornisce tutte le materie prime cosmetiche, recentemente sostituite da elementi chimici e di sintesi, sotto forma di principi attivi i quali sono concentrati nei vari organi della pianta e con eterogeneità tra i vari taxa vegetali. Questo ha favorito l’emergere di materie prime di sintesi che, essendo di minor pregio poiché realizzate a basso costo in laboratorio, trovano largo utilizzo nella cosmesi industriale.
Quali sono le principali proprietà cosmetiche delle piante?
Come diciamo spesso, la natura ci fornisce qualsiasi cosa di cui abbiamo bisogno. Tra le principali propri età troviamo quella abbronzante, antiacneica, anticellulitiche, antiossidante, antiforfora, astringente, antismagliature, cicatrizzante, condizionanti, decongestionanti, detergenti, dimagranti, esfolianti, idratanti, rimineralizzanti, riepitelizzanti, tonificanti e vasocostrittrici.
Quali sono le piante che trovano largo impiego nel settore cosmetico?
  • Proprietà abbronzanti: cocco, carota, henné, iperico, karité, mandorlo e noce.
  • Proprietà Antiacneica: argilla, bardana, bergamott o, cetriolo, echinacea, lavanda, limone , rosmarino.
  • Proprietà antiossidanti: argania, borragine, carota, ginseng, grabo, melagrana, mirtillo, olivo, pappa reale, rosa mosqueta.
  • Proprietà antismagliature: avocado, mandorlo, rosa mosqueta.
  • Proprietà astringenti: amamelide, cetriolo, ippocastano, limone, mirtillo, rosmarino.
  • Proprietà cicatrizzanti: aloe, argania, argilla, iperico, karité, rosa mosquesta.
  • Proprietà decongestionanti: aloe, amamelide, vena, calendula, camomilla.
  • Proprietà esfolianti: argilla, limone, melagrana.
  • Proprietà tonificanti: ginseng, jojoba, limone, noce, rosmarino.
  • Proprietà rimineralizzanti: alga bruna, argilla, aloe, equiseto, pappa reale.
  • Proprietà detergenti: aloe, avena, cetriolo, jojoba.
  • Proprietà antiforfora: argilla bardana, bergamotto, lichene, rosmarino.
  • Proprietà dimagranti: alga bruna, equiseto, limone, rosmarino.
  • Proprietà idratanti: aloe, argania, avena, carota, malva.
Come possiamo utilizzarle e quali si prestano ad un uso domestico immediato?
Aloe
L’aloe esplica un’azione protettica della parete dei vasi sanguigni, astringente , decongestionante e rinfrescante soprattutto per gli occhi, attenua gli arrossamenti cutanei e ha notevoli proprietà schiarenti.
La parte utilizzata è il succo che si presenta sotto forma di gelatina. Potrete realizzare una maschera idratante e levigante, se avete una pianta in giardino, o utilizzando i gel già confezionati che trovate in qualsiasi supermercato( occhio all’inci!). Ricetta Naturale per una maschera all’aloe:
Incidete una foglia di aloe in modo tale da estrarre il gel in essa contenuto. Aggiungete qualche goccia di olio d’oliva od olio di argan, miscelate con amido di tapioca fino ad ottenere una pasta da utilizzare come impacco viso levigante ed addolcente.
Argania
L’olio di argania ha spiccate proprietà farmacologiche e cosmetiche in quanto è un potente idratante, cura le cicatrici, rende i capelli lucidi e morbidi. Indicato nel contrastare la secchezza cutanea, è un potente anti-age che protegge la pelle dalle aggressioni degli agenti inquinanti. Ricetta Naturale per una emulsione da utilizzare come latte detergente:triturate dodici mandorle dolci e impastatele con l’aggiunta di un cucchiaio di acqua di rose e 20 gocce di olio di argan. Filtrando la pasta, otterrete un’emulsione da applicare sul viso come struccante dolce e delicato.
Avena
La farina di Avena ha proprietà idratanti e lenitive. Applicata sulla cute si comporta come un talco, donando un tocco piacevolmente vellutato e morbido.
Ricetta Naturale per un bagno a base di fiocchi d’avena: mettete nella vasca da bagno con acqua molto calda un sacchetto di tela contenente fiocchi di avena,. Immergetevi per 20-30 minuti solo quanto l’acqua appare tiepida. Usate durante il bagno il sacchetto come scrub esfoliante.
Cosa ne pensa S’Alchemissa?
Poiché la situazione di degrado generale ci riporta a rivalutare i rimedi fai da te e della nonna, occorre avere sempre qualche asso nella manica. Che sia un rimedio antico o rivisitato, è bene sperimentare in maniera sicura e piacevole con quanto abbiamo in casa purché sia nota la sua origine.
Non dobbiamo mai farci ingannare dal termine naturale: qualsiasi cosmetico si definisca tale, deve possedere un requisito di naturalità e qualità. Non tutte le materie prime, seppure di origine vegetale, sono di qualità e possono definirsi sicure. Pensate al bagno d’avena fatto con cereali derivanti da agricoltura biologica o cerali derivanti da colture ogm: per quanto il soggetto in questione sia lo stesso, un aspetto riconducibile al dna ne modifica irrevocabilmente la qualità!
Un abbraccio da Sara e Sabrina

Il mondo delle argille: usi e proprietà!

Torna con grande piacere la rubrica tutta naturale firmata da Sara dello shop naturale S’alchemissa che questa settimana ci parlerà e ci descriverà del mondo delle argille, utilizzate come cura naturale per la nostra bellezza e non solo!
Argille per tutti i gusti e necessità: la cura naturale per eccellenza!
Eccoci qua, care amiche, a parlare di un meraviglioso rimedio naturale che da tanto accattiva le simpatie di noi fanciulle, sempre attente a presentare una pelle perfetta e priva di impurità. Il viso è o no, il nostro più importante biglietto da visita? L’argilla è una delle più antiche materie prime mai utilizzate dall’uomo grazie alla sua morbidezza, plasticità che le attribuivano inizialmente un largo impiego nella realizzazione di ceramiche ornamentali e di strumenti domestici ad uso quotidiano. Gli antichi egizi la adoperavano in miscela sia nei processi di mummificazione per la sua azione antisettica sia nella cura di traumi, slogature e fratture di arti per favorirne la calcificazione. Le argille, dal punto di vista composizionale, si presentano come un insieme armonico di diverse fasi minerali che coesistono e derivano da processi di erosione, messi in atto da agenti atmosferici, lunghi intere ere geologiche. Ricche in minerali, devono le loro innumerevoli colorazioni a processi ossidativi della materia organica ed alla presenza di magnesio, ferro o calcio i quali danno luogo a colorazioni che vanno dal verde al rosso per arrivare al caolino, dal caratteristico colore bianco, anch’esso un argilla ampiamente utilizzata in ambito cosmetico per la sua natura poliedrica e “gentile”. Ogni proprietà dell’argilla è strettamente connessa al suo processo e ambiente di formazione, il quale determina la sua composizione in minerali utili e di nostro interesse. Essendo un prodotto derivante dallo smantellamento di altre rocce, potrete immaginare che contenga l’utile quanto il potenzialmente dannoso: ad onor del vero, ogni argilla dovrà essere testata per valutare la presenza in tracce dei 7 metalli pesanti ovvero oro, argento, piombo, ferro, rame, stagno e mercurio. Diffidate sempre da tutte quelle argille in vendita che non riportino in etichetta la composizione mineralogica esatta e i contenuti in metalli pesanti nei massimi consentiti dalla legge! Come di consueto ci porremo alcuni quesiti sull’uso e l’applicazione di questo potente rimedio naturale.
Tutte le argille possono essere utilizzate ad uso cosmetico ed interno?
Caolino, Bentoniti ed Illiti trovano vasto impiego in campo cosmetico e tutte con caratteristiche ben differenti. Il caolino, argilla bianca, ha sempre granulometria estremamente fine e si presenta come una polvere impalpabile gentile al tatto e sulle pelli sensibili. Le bentoniti ed illiti, senz’altro meno gentili del caolino, conferiscono un effetto energico e dermo purificanti se utilizzate in maschere e cataplasmi. Sono argille che creano fanghi molto soffici e viscosi se addizionati ad una buona quantità di acqua, la quale viene adsorbita e assorbita con grande facilità. Le argille verdi vengono utilizzate ad uso cosmetico ed interno in beveroni purificanti: in passato hanno svolto un ruolo fondamentale insieme ad altri minerali nella decontaminazione nucleare in soggetti esposti a radiazione (Chernobyl, ad esempio).
Posso fidarmi di acquistare tutte le argille in commercio?
Come accennato in precedenza, dovete sempre dare una lettura attenta all’etichetta. Non tutte le argille possono essere utilizzate ad uso interno, sfruttando la relativa capacità di scambio ionico che conferisce all’argilla la capacità di scambiare con il nostro corpo Sali minerali e composti essenziali per complessare metalli e sostanze bio-accumulate. Dovrete sempre accertarvi che il produttore riferisca in etichetta la composizione in fasi minerali (nelle capsule che contengono zeolite, tectosilicato, ad es. la presenza di fasi vetrose) e la presenza di metalli pesanti e metalli radioattivi in piccolissime tracce.
Come valutare l’impiego delle argille?
 
Per quanto concerne l’uso cosmetico, le maschere viso necessitano di un’argilla ventilata o micronizzata ovvero con granulometria sottile; i cataplasmi per il corpo non richiedono granulometria sottile e potrete accontentarvi di una macinatura grossolana. Tutte le argille per assunzione orale avranno subito un processo di micronizzazione al fine di ridurre la granulometria al grado dell’impercettibile all’occhio nudo.
Posso arricchire le argille con estratti vegetali ed olii essenziali?
Le nostre argille saranno molto più efficaci se donerete loro estratti vegetali preziosi e olii essenziali e base. Ricordatevi sempre di non mettere mai grosse quantità di olii essenziali in quanto il contenuto in allergeni è sempre alto. Per le pelli più sensibili, meglio stendere un velo di olio base prima dell’applicazione e nella realizzazione dell’impasto per renderlo più morbido ed idratante.
Tutte le argille si adattano bene ad ogni tipo di pelle?
 
Le formulazioni cosmetiche ci aiutano spesso a capire quali argille si addicano meglio al nostro tipo di pelle: le argille verdi si sposano bene con pelle acneica e mista, le argille rosa e bianche con la pelle sensibile, caratterizzata da couperose e secchezza. I colori, in qualche modo, ci danno quasi indicazioni indirette sul loro uso.
Cosa ne pensa S’Alchemissa?
S’Alchemissa ha da sempre un amore innato per le argille. Causa studi e deformazione professionale, usa e ne apprezza qualsiasi tipologia. Per un ricettina rapida, unite 50 gr di caolino con 20 cc di acqua, un cucchiaino di olio di mandorle e una goccia di olio essenziale di lavanda: vedrete che trattamento di bellezza superlativo!
Un abbraccio e alla prossima settimana da Sara e Sabrina

Rubrica “I viaggi di Ciopilla”: tutto su olii essenziali!

La rubrica naturale di S’alchemissa

Inauguriamo oggi una nuova rubrica tutta naturale come la sua scrittrice Sara:proprietaria e ideatrice di S’alchemissa, un negozio bio naturale tutto da scoprire che ogni settimana sarà presente in questo blog in una nuova veste. Lascio a lei la parola e buona lettura!
“Ed ecco la prima ed utilissima puntata della rubrica, idea della mia carissima amica Sabrina di  “I viaggi di Ciopilla” alla quale devo una brillante intuizione ed un gioioso passatempo.
In questo piccolo spazio, gentilmente cedutomi, parleremo del naturale in maniera tecnica, esaustiva ed interessante.Cercherò, vista la mia formazione scientifica, di semplificare argomenti a noi vicini senza scadere nella banalità e nel “mito”.
Parlo di “mito” perché ergersi a giudici sindacando, spesso e volentieri le altrui scelte commerciali ed etiche, non mi compete come non mi compete creare delle “lobby” e mettere in circolazione leggende metropolitane per fomentare inutili diatribe.
Eccoci qui a parlare di olii essenziali, meravigliosi coadiuvanti negli inverni freddi e nelle situazioni di stress. Rimedio intramontabile della nonna, mano santa poliedrica in ogni dove e in ogni quando. Suona un pochino come la vecchia filastrocca “per tutti i mali di testa e di pancia  nel comodino c’è sempre un’arancia“. Ebbene si! Per ogni fastidio esiste un meraviglioso rimedio naturale, forte e potente quanto un farmaco, coadiuvante nelle terapie con conseguente azione sinergica.
Di seguito risponderò ad alcune possibili domande, curiosità che saranno funzionali al fornire indicazioni di base e suggerimenti per chi voglia affacciarsi alla finestra di questo meraviglioso giardino profumato.
Da cosa derivano gli olii essenziali?
Come saprete, i principi attivi di derivazione vegetale trovano impiego diretto come sostanze terapeutiche o necessitano di passaggi chimici, o emisintesi, perché possano trasformarsi in sostanze chemiofarmaceutiche e, quindi, in sostanze attive utilizzabili nelle terapie.
La maggior parte di queste sostanze appartengono alla classe dei “metaboliti secondari” ovvero prodotti di origine vegetale con limitata distribuzione nel regno vegetale, la cui produzione è ristretta ad un determinato gruppo tassonomico ( specie famiglia o genere). Ecco perché il prezzo di questi prodotti supera di gran lunga la loro stessa quantità: sono prodotti pregiati che necessitano di grande lavoro per il loro ottenimento.
Tra questi metaboliti secondari, nella classe dei terpenoidi, compaiono gli olii essenziali o per meglio dire le componenti volatili che li caratterizzano e conferiscono loro il nome.
Cosa sono gli olii essenziali?
Sono delle sostanze organiche di varia natura chimica, oleose o liquide, la cui profumazione deriva dalla pianta da cui essi provengono.
Qual è il dosaggio ?
Ogni olio essenziale deve essere usato con parsimonia ed a ragion veduta, considerando le particolari caratteristiche e proprietà del suddetto, onde evitare sensibilizzazione ai suoi vari costituenti. Dando una cifra puramente indicativa, basterebbero 10-15 gocce di olio per tutte il corpo in quanto il rapporto quantità su area è significativo: potremmo avere una riposta immunitaria sia localizzando e trattando una piccola parte del nostro corpo, oppure aumentando la concentrazione ed estendendo l’applicazione a tutto il corpo.
Come possiamo utilizzare noi adulti gli olii essenziali?
Gli olii essenziali si possono utilizzare:
– nella vasca da bagno, circa 8 gocce, considerando che l’assorbimento transcutaneo aumenta circa del 30%. Perché gli olii essenziali si miscelino con l’acqua, avendo natura lipofila, occorre che utilizziate un solvente che potrebbe essere, in questo caso, un tensioattivo fornito da un bagnoschiuma neutro;
-associati ad un olio base come quello di mandorle, circa 10 gocce su 100 ml, quando desideriamo un massaggio localizzato per sciogliere muscoli e nel caso di dolori articolari;
-come profumatori ambientali nei dispersori a pressione di aria o nei bruciatori a candela (non utilizzare direttamente sugli elementi del termosifone);
-inalazione di vapori dall’acqua calda, 1-3 gocce o mix di olii, attraverso bocca o naso per trarre giovamento in caso di mucose infiammate nel tratto respiratorio.
Possiamo utilizzare olii in presenza di bambini?
Gli olii essenziali possono essere utilizzati a qualsiasi età, riducendo alla metà le dosi consigliate per un adulto ed evitando di trattare in maniera continuativa infanti dai 0 ai 12 mesi.
Cosa ne pensa S’Alchemissa?
Utilizzo in particolar modo l’olio essenziale di lavanda e il tea tree oil per il trattamento diretto di qualsiasi emergenza cutanea (comedoni e sfoghi ormanali).
Adoro il limone e l’arancio come profumazione delle mie creme, ne disperdo sempre qualche goccia con una bacchettina in legno in modo tale da arricchire il preparato e personalizzarlo.
Utilizzo Eucalipto e Pino durante l’inverno per profumare gli ambienti ed aiutare le vie respiratorie in caso di infiammazioni e mali stagionali.
Prima di provare le miscele, raccomando caldamente di testare singolarmente ogni olio in modo tale da conoscere le risposte del nostro corpo ed evitare fastidi.
Un abbraccio a tutte ed alla prossima settimana da Sara e Sabrina

Olii essenziali: un rimedio vecchio quanto il mondo!

Eccoci qui a parlare di olii essenziali, meravigliosi coadiuvanti negli inverni freddi e nelle situazioni di stress. Rimedio intramontabile della nonna, mano santa poliedrica in ogni dove e in ogni quando.Suona un pochino come la vecchia filastrocca” per tutti i mali di testa e di pancia, nel comodino c’è sempre un’arancia”. Ebbene si, per ogni fastidio esiste un meraviglioso rimedio naturale, forte e potente quanto un farmaco, coadiuvante nelle terapie con conseguente azione sinergica.

Di seguito risponderò ad alcune possibili domande, curiosità che saranno funzionali al fornire indicazioni di base e suggerimenti per chi voglia affacciarsi alla finestra di questo meraviglioso giardino profumato.

Da cosa derivano gli olii essenziali?

Come saprete, i principi attivi  di derivazione vegetale trovano  impiego diretto come sostanze terapeutiche o necessitano di passaggi chimici, o emisintesi, perché possano trasformarsi in sostanze chemiofarmaceutiche e, quindi, in sostanze attive utilizzabili nelle terapie.

La maggior parte di queste sostanze appartengono alla classe dei “metaboliti secondari” ovvero prodotti  di origine vegetale con limitata distribuzione nel regno vegetale, la cui produzione è  ristretta ad un determinato gruppo tassonomico ( specie famiglia o genere). Ecco perché il prezzo di questi prodotti supera di gran lunga la loro stessa quantità: sono prodotti pregiati che necessitano di grande lavoro per il loro ottenimento.

Tra questi metaboliti secondari, nella classe dei terpenoidi, compaiono gli olii essenziali o per meglio dire le  componenti volatili che li caratterizzano e conferiscono loro il nome.

Cosa sono gli olii essenziali?

Sono delle sostanze organiche di varia natura chimica, oleose o liquide, la cui profumazione deriva  dalla pianta da cui essi provengono.

Qual è il dosaggio ?

Ogni olio essenziale deve essere usato con parsimonia ed a ragion veduta, considerando le particolari caratteristiche e proprietà del suddetto, onde evitare sensibilizzazione ai suoi vari costituenti. Dando una cifra puramente indicativa, basterebbero 10-15 gocce di olio per tutte il corpo in quanto  il rapporto quantità su area è significativo: potremmo avere una riposta immunitaria sia localizzando e trattando una piccola parte del nostro corpo, oppure aumentando la concentrazione ed estendendo l’applicazione a tutto il corpo.

Come possiamo utilizzare noi adulti gli olii essenziali?

Gli olii essenziali si possono utilizzare:

– nella vasca da bagno, circa 8 gocce, considerando che l’assorbimento transcutaneo aumenta circa del 10%. Perché gli olii essenziali si miscelino con l’acqua, avendo natura lipofila, occorre che utilizziate un solvente che potrebbe essere, in questo caso, un tensioattivo fornito da un bagnoschiuma neutro;

-associati ad un olio base come quello di mandorle, circa 10 gocce su 100 ml, quando desideriamo un massaggio localizzato per sciogliere muscoli e nel caso di dolori articolari;

-come profumatori ambientali nei  dispersori a pressione di aria o nei bruciatori a candela (non utilizzare direttamente sugli elementi del termosifone);

-inalazione di vapori dall’acqua calda, 1-3 gocce o mix di olii, attraverso bocca o naso per trarre giovamento in caso di mucose infiammate nel tratto respiratorio.

Possiamo utilizzare olii in presenza di bambini?

Gli olii essenziali possono essere utilizzati a qualsiasi età, riducendo alla metà le dosi consigliate per un adulto ed evitando di trattare in maniera continuativa infanti dai 0 ai 12 mesi.

Cosa ne pensa S’Alchemissa?

Utilizzo in particolar modo l’olio essenziale di lavanda e il tea tree oil per il trattamento diretto di qualsiasi emergenza cutanea (comedoni e sfoghi ormanali).

Adoro il limone e l’arancio come profumazione delle mie creme, ne disperdo sempre qualche goccia con una bacchettina in legno in modo tale da arricchire il preparato e personalizzarlo.

Utilizzo Eucalipto e Pino durante l’inverno per profumare gli ambienti ed aiutare le vie respiratorie in caso di infiammazioni e mali stagionali.

Prima di provare le miscele, raccomando caldamente di testare singolarmente ogni olio in modo tale da conoscere le risposte del nostro corpo ed evitare fastidi.

Un abbraccio a tutte ed alla prossima settimana ❤

Il glicole propilenico si rinnova: abito verde ECO-BIO!

Care amiche,

ecco un articolozzo Prêt-à-porter per tutte le curiose degli inci cosmetici!

Perché in cosmesi si usa il glicole propilenico?

Propylene_glycol_chemical_structure

Il glicole propilenico, indicato con la sigla PG, o definito 1,2- propan-diolo trova larga applicazione nei prodotti per la detersione e la cura della persona come solvente e per le sue proprietà umettanti.
Tra le principali caratteristiche troviamo:
-bassa viscosità;
-leggero sulla pelle;
-si comporta come solvente nei processi di estrazione dei principi attivi delle piante;
-riduce l’attività dell’acqua;
-è un cosiddetto solvente anfifilico ovvero contenente un gruppo idrofilo e uno lipofilo.Dalla loro associazione spontanea si formano in soluzione acquosa delle micelle in cui le componenti idrofile e idrofobe sono diversamente orientate.
Il PG si ottiene per idrolisi dell’ossido di propilene derivante da processi di cracking catalitico del petrolio grezzo(rottura delle catene idrocarburiche pesanti).
Oggi, però, troveremo questo interessatissimo prodotto rinnovato e con un abito verdissimo:
grazie alle biotecnologie, lo si otterrà DAL MAIS!

Il processo in questione permette di ottenerlo da uno zucchero del mais senza utilizzo di solventi in 5 step ben definiti:

-mediante un processo meccanico si separano prodotti di base come amido, glutine ,fibra e olio di mais;

-la struttura ramificata dell’amido viene scomposta da enzimi digestivi che semplificano questo polimero in molecole semplici di glucosio;

-il glucosio viene poi trasformato in sorbitolo;

-il sorbitolo viene poi fatto reagire in presenza di un catalizzatore metallico con idrogeno ad alte temperature e pressioni per ottenere 1,2- propilen-glicole , mono – glicole etilenico e butan- diolo.

La miscela dei tre glicoli subisce un processo di separazione e di rimozione dell’acqua al fine di ottenere prodotti puri.Il processo produce circa il 50-60 % di glicole 1,2- propilenico ( Bio – PG ),25 % di etilen-glicole,circa il 25 % dei 1,2 e 2,3 butan- dioli e coprodotti.

Quali sono gli aspetti positivi?

Il Bio-PG è di origine 100%naturale, non da’luogo a fenomeni di bio-accumulo nell’ambiente in quanto è facilmente biodegradabile. In campo cosmetico, può sostituire in toto il corrispondente derivante dal settore petrolifero. Nei prodotti per la cura della persona è efficace in quanto:

-completamente solubile in acqua e in una  vasta gamma di altri solventi organici;

-solvente importante per l’estrazione di oli essenziali e aromatici:

-riduce l’attività libera dell’acqua per la sua capacità di trattenerla;

-agente antimicrobico attivo contro una vasta gamma di specie batteriche e fungine , tra cui Pseudomonas, Mycobacterium sp , Pityrosporum orbiculare , Trichophyton ;

-ottimo comportamento reologico in quanto si comporta da disperdente di polveri;

-favorisce la penetrazione nello strato corneo di sostanze lipofile.

Il  Bio – PG è oggi largamente utilizzato in:

-emulsioni per la sua capacità di coordinare l’acqua, riducendone l’attività, ed evitare la condensa sulla superficie della crema;

-creme e lozioni per la cura della pelle, prodotti da trucco e disinfettanti per le mani come idratante, agente antimicrobico e solvente per principi attivi , con tocco leggero e setosità ;

-deodoranti e anti-traspiranti come umettanti e disperdente per polveri;

-salviettine umidificate e struccanti, per la sua capacità di bagnare la pelle e permettere il distacco dei materiali aderenti;

-profumi e colonie , come supporto efficiente e solvente di ingredienti aromatici. L’odore del bio PG è più gradevole e fruttato del suo equivalente petrolchimico;

– prodotti per la cura del bambino per la sua bassa tossicità cutanea;

– nel make up per migliorare la distribuzione del colore e l’ombreggiatura sulla pelle ;

-collutori e dentifrici , come umettante grazie alla sua bassa tossicità per via orale e la designazione GRAS ;

– articoli da toeletta e la cura dei capelli per il suo effetto rinfrescante.

Sono felice di poter assistere al progresso delle Biotecnologie Verdi.

Tanto di cappello!

Buona vita ❤

Pelle secca: l’ABC della sua cura <3

Carissimi lettori,

dopo una breve assenza eccoci a trattare di un argomento che sicuramente interesserà molti di noi e la nostra quotidianità in queste giornate di freddo e vento:
come preservare e trattare una pelle secca!
Dal punto di vista scientifico la definizione “pelle secca”si basa su dati empirici ovvero su meri dati sensoriali e,in linea di principio,una pelle del suddetto tipo presenta rossore, screpolatura,maggiore sensibilità e, sovente, stati infiammatori costanti.

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La secchezza della cute è intimamente legata alla tipologia di lamelle lipidiche presenti tra i vari corneociti (lipidi intercellulari)e dalla presenza del cosiddetto “Fattore Idratante Naturale”(NMF)nello
strato corneo. Questo fattore idratante è caratterizzato da una miscela di acqua e principi attivi idrosolubili quali aminoacidi ,urea ,lattati,acido pirrolidone carbossilico (PCA) e ioni inorganici presenti in alta percentuale all’interno delle cellule dello strato corneo.
Il contenuto di acqua degli strati più superficiali dell’epidermide risulta essere ridotto rispetto agli strati profondi in quanto si formano legami stabili con glucosaminoglicani in grado di complessarla. Dal punto di vista morfologico,la secchezza cutanea è caratterizzata dalla presenza di cellule corneificate, squame,impilate sulla superficie della pelle. La disidratazione della pelle è un apripista ad agenti esterni e comporta l’insorgenza di infiammazioni da contatto, irritative e allergiche.

Cause della pelle secca

L’idratazione della nostra pelle è un’importante indicatore di benessere ed è intimamnte legato alla funzione barriera esplicata dall’epidermide.Oltre ad alterazioni del normale equilibrio idro-lipidico,l’alterazione tipica è dovuta ad una variazione del contenuto lipidico dovuto a scarsa produzione di sebo; in questo caso si parla di pelle “alipica”, condizione tipica di bambini e anziani, a causa della ridotta o assente attività delle ghiandole sebacee o è localizzata in regioni del corpo povere di ghiandole sebacee come avambracci e gambe.Tale condizione determina una pelle opaca, sensibile e delicata tendente all’arrossamento. Tra i principali fattori determinanti la secchezza cutanea troviamo:
a)Perdita di acqua dallo strato corneo, con superficie cutanea screpolata e squamosa:una disidratazione del 10% causa significative alterazioni della plasticità e dell’elasticità della pelle.
b)Accelerazione del turn over cellulare o capacità di rinnovamento cellulare,causato dall’esposizione ripetuta ai raggi UV che inducono l’ispessimento dello strato corneo o dall’esposizione prolungata a sostanze
irritanti che inibiscono una corretta differenziazione cellulare cheratinocitaria con
conseguente alterazione della produzione della componente lipidica.
c)Perdita dei lipidi intercellulari dovuta alla perdita di acqua che non viene più trattenuta dallo strato corneo con conseguente xerosi cutanea (aridità cutanea).

Cosa dovrebbero contenere i cosmetici adatti ad una pelle secca?

● Collagene ed elastina – Le strutture proteiche più importanti dei tessuti connettivi usate in forma denaturata o idrolizzata;
● DNA – La sua idrofilia deriva dall’abbondanza dei gruppi fosfato, usato in cosmetologia in forma denaturata
e parzialmente idrolizzata;
● Filmogeni – Riducono la perdita idrica trans-epidermica mediante la formazione di un film lipidico occlusivo, i quali sono emulsioni olio in acqua (O/A) o acqua in olio (A/O);
● Glicosaminoglicani (GAG) – Naturalmente presenti in tessuti connettivi (cartilagini, derma, ecc.), dove formano gel idrati. Hanno ottime capacità di trattenere acqua e comprendono acido ialuronico e condroitin solfato;
● Liposomi – Piccole vescicole a doppio strato fosfolipidico all’interno delle quali si trova materiale in fase acquosa; grazie alla elevata affinità per lo strato corneo apportano una profonda idratazione;
● Macromolecole – Pur non penetrando nel corneo sono sostanze fortemente igroscopiche e formano un
film semipermeabile di superficie;
● Polioli – Piccole molecole fortemente igroscopiche, tra cui glicerolo, sorbitolo che possiedono
capacità idratante a basse concentrazioni e cheratolitiche ad alte concentrazioni
● Umettanti – Aumentano la ritenzione di acqua dall’esterno nel corneo.

Come trattare la pelle secca?

La detersione corretta è fatta con detergenti delicati e poco schiumogeni che non asportino il film idrolipidico già alterato ed evitino il senso di stiramento causato da sostanze troppo forti.I prodotti utilizzati devono essere ben tollerati e privi di profumazione
Per una corretta detersione sono da ritenersi amici:
• detergenti oleosi apportanti un elevato tenore lipidico;
• idratanti che contengano quelle sostanze che compongono
il fattore idratante naturale della pelle come aminoacidi,urea e zuccheri;
• agenti sebo-restitutivi a base di acidi grassi insaturi(colesterolo,cerebrosidi e glicolipidi) per combattere i fenomeni di disidratazione e ispessimento dello strato corneo;
• alfa- idrossiacidi ovvero acidi organici che includono acido lattico, glicolico,malico, tartarico,citrico, gluconico, mandelico, salicilico;
• urea,sostanza naturale presente normalmente sulla pelle,inodore ed incolore,aumenta la capacità di mantenere il giusto grado di idratazione cutanea e ridurre l’eventuale prurito.

Buona vita ❤

Mallo di noce: toni scuri vibranti e caldi!

Carissime ragazze,

è da qualche giorno che medito su qualche riga per descrivere la mia accattivante scoperta: il mallo di noce :-)!

Nella scorsa henneata, dopo aver trattato con henné freddo de Le erbe di Janas e Katam, ho fatto un ultimo e più che soddisfacente passaggio con questa fantastica polvere. Lasciata sciogliere in acqua tiepida e ossidare con limone/tè nero con aggiunta di cacao, stempera il rosso dell’henné facendolo virare su toni ramati e conferisce nuova vitalità al capello. Lucidità e setosità saranno a dir poco garantiti!*_*

Ho mantenuto i passaggi ben distinti per poter monitorare tutte le variazioni del mio colore di partenza: avendo delle ciocche decolorate ho applicato dapprima l’henné, tonalizzato con il Katam e riflessato con il mallo.

Ne é risultato un castano caldo, intenso e una capigliatura rigenerata e uniformata. Qualora vogliate sperimentare, aggiungete 50 g di noce all’henné e lasciate ossidare con un agente ossidante in acqua tiepida. Il katam o l’indigo, qualora vogliate raggiungere il castano, preparatalo a parte con acqua a temperatura ambiente e una punta di bicarbonato. Non appena la pasta henné-mallo sarà raffredata, andrà addizionata al katam.

Qualche ora di attesa e sarete prontissime.

Lo accendiamo? 🙂

<3 Zafferano: l'amico della pelle! <3

Cari amici lettori,

la scelta della linea cosmetica da utilizzare per la nostra pelle è sempre ardua.
Abbiamo tutte pelli esigenti, da idratare e proteggere visto il crescente inquinamento caratterizzato dalla continua esposizione ad agenti chimici.
Rigenerarla, dissetarla e coccolarla alla fine di ogni giornata è alla base di ogni elisir di giovinezza: cura costante, attenta e meticolosa e il più naturale possibile.
Oggi parleremo dello zafferano: molti di voi si stupiscono per la scelta di questo ingrediente in campo cosmetico, poliedrico e dalle mille virtù.
Facendo un ex-cursus storico,lo zafferano e’ considerato fin dalla notte dei tempi il Non Plus Ultra delle spezie: apprezzato dagli antichi egizi per le sue doti di colorante naturale per tessuti e come elemento base nella preparazione di creme e profumi, con Cleopatra divenne ingrediente indispensabile nella cosmesi del tempo per conferire alla pelle un caratteristico colore dorato. Semiramide, regina Assira, lo fece coltivare nei celebri giardini pensili che Nabucodonosor le aveva donato, mentre in Persia era largamente usato come afrodisiaco. Negli empori di cosmetici di Gerusalemme lo zafferano era ricercato per la preparazione di profumi sacri destinati all’uso liturgico. I greci lo importavano per preparare essenze per il corpo e oli profumati per l’ambiente per il suo valore aromaterapeutico. Nella Roma imperiale, le sue essenze si spargevano nelle sale dei banchetti, gli ospiti riposavano su cuscini fatti dai suoi petali e il vino era aromatizzato con i suoi stimmi. Ippocrate lo prescriveva per i reumatismi, Plinio il Vecchio lo apprezzava per le sue proprieta’ terapeutiche utili contro mal di gola e tosse. Nel Medioevo trovava larga applicazione nella formulazione di pozioni d’amore insieme al miele, chiodi di garofano, cannella, noce moscata e pepe. Ricco in carotenoidi, dai quali deriva il suo stesso colore, vitamina B1 e B2 è un ottimo coadiuvante nella contrastare i radicali liberi e l’invecchiamento cutaneo. Le nostre nonne lo utilizzavano contro graffi, lividi e contusioni mentre nelle Filippine per i suoi poteri anti-infiammatori e purificanti contro le infezioni cutanee da acne.
Per cui, alla luce di questo, che ne dite se provassimo ad inserirlo come ingrediente principe nella cura della nostra persona?

Buona Vita